Il secondo giorno vengo reclutata per fare la talent handler, parola fino ad allora a me sconosciuta. Letteralmente colei che si occupa degli artisti. Ottimo, penso io, proprio quello che non volevo fare. Odio gli attori, non li sopporto. Ci sarà una conferenza su "Ugly Betty" e il mio compito sarà far si che vada tutto bene, che gli attori-produttori vadano alle cene, che abbiano una macchina a disposizione, che si divertano. Dopo quest'esperienza devo rettificare la mia affermazione: non odio gli attori in generale, ma solo gran parte di quelli italiani che si credono chissà chi quando in realtà non sono nessuno.
La prima sera, ero abbastanza nervosa. Dovevo riuscire a coordinare un gruppo di gente che tutti davano per scontato facessero le stese cose: conferenza-anteprima di un film-cena. Troppo facile, c'era chi voleva tornare in albergo a cambiarsi, chi non voleva andare all'anteprima ma solo alla cena, chi viceversa. Il tutto, avendo a disposizione solo tre macchine per 10 persone. Quando credo di aver sistemato tutto, ecco che mi chiama l'ospitone, quello che ho personalmente accompagnato a vedere l'anteprima, quello che se ne doveva stare buono e tranquillo almeno per un'ora e mezza...e invece no, è uscito dalla sala dopo 10 minuti perchè c'era troppa gente. Ok, non perdiamo la calma. "Ti vengo a prendere, dove sei?" (per complicare il tutto, la seguente conversazione si è svolta in spagnolo) "Ma non lo so, in un bar. Sono uscito dalla proiezione e ho camminato". "Ok, non ti muovere. Sai dirmi il nome dellastrada?" "no." SILENZIO "Aspetta, adesso ti passo un signore". Un ignaro passante è stato fermato e si è ritrovato a parlare al cellulare con una pazza (che sarei io). Individuo il bar e mi precipito a prenderlo con una delle macchine a mia disposizione. Lui tutto pacioso voleva rimanere a bere la. Lo convinco a tornare in hotel dove avevo appuntamento con gli altri superstiti. Fortunatamente nel giardino dell'albergo è in corso un'aperitivo. Ci butto tutti e inizio a fare brindisi a suon di champagne. La cena a cui dobbiamo andare, è stata posticipata di un'ora. Ottimo. Al terzo brindisi inizio a preoccuparmi per una delle attrici che è incinta. Mi dice di rilassarmi e mi porge un bicchiere. Continua...
La prima sera, ero abbastanza nervosa. Dovevo riuscire a coordinare un gruppo di gente che tutti davano per scontato facessero le stese cose: conferenza-anteprima di un film-cena. Troppo facile, c'era chi voleva tornare in albergo a cambiarsi, chi non voleva andare all'anteprima ma solo alla cena, chi viceversa. Il tutto, avendo a disposizione solo tre macchine per 10 persone. Quando credo di aver sistemato tutto, ecco che mi chiama l'ospitone, quello che ho personalmente accompagnato a vedere l'anteprima, quello che se ne doveva stare buono e tranquillo almeno per un'ora e mezza...e invece no, è uscito dalla sala dopo 10 minuti perchè c'era troppa gente. Ok, non perdiamo la calma. "Ti vengo a prendere, dove sei?" (per complicare il tutto, la seguente conversazione si è svolta in spagnolo) "Ma non lo so, in un bar. Sono uscito dalla proiezione e ho camminato". "Ok, non ti muovere. Sai dirmi il nome dellastrada?" "no." SILENZIO "Aspetta, adesso ti passo un signore". Un ignaro passante è stato fermato e si è ritrovato a parlare al cellulare con una pazza (che sarei io). Individuo il bar e mi precipito a prenderlo con una delle macchine a mia disposizione. Lui tutto pacioso voleva rimanere a bere la. Lo convinco a tornare in hotel dove avevo appuntamento con gli altri superstiti. Fortunatamente nel giardino dell'albergo è in corso un'aperitivo. Ci butto tutti e inizio a fare brindisi a suon di champagne. La cena a cui dobbiamo andare, è stata posticipata di un'ora. Ottimo. Al terzo brindisi inizio a preoccuparmi per una delle attrici che è incinta. Mi dice di rilassarmi e mi porge un bicchiere. Continua...
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