giovedì 29 aprile 2010

Scusi, è uscito Topolino?

Ieri sono uscita per la consueta pausa pranzo, ho comprato il mio bel panino speck e brie e mi sono diretta verso l'edicola. Un sole che a sentire il meteo ci sarebbe dovuto essere il diluvio universale, e poi la fatidica frase che non pronunciavo più dal lontano '92: "Scusi, è uscito Topolino?". Che vi devo dire, una botta di nostalgia. Con mio sommo stupore sembrerebbe rimasto tutto come l'avevo lasciato, a parte il prezzo €2.20 ed un' improbabile intervista al principastro E. Filiberto che si è infilato anche nei fumetti per bambini.
Quanto mi piaceva, ci mettevo una settimana a leggerlo tutto, poi sceglievo i disegni più belli e li rifacevo (orrendi) - che fai mi rubi il lavoro?- (riecco la vocina, fate come me, ignoratela) -...mi sono piazzata al sole sulla panchina che solitamente divido con il matto del quartiere -che evidentemente ieri aveva di meglio da fare- e me lo sono letto tutto. Gira che ti rigira le storie sono sempre quelle, Paperone a caccia d'affari che immancabilmente cazzia il nipote, Gastone che ha più culo che anima, Qui Quo e Qua che nessuno ve l'ha mai detto ma di cognome fanno Angela e Topolino, il fastidioso saputello di sempre. Mi ha rassicurato sapere che tutti sono come li avevo lasciati, in fondo siamo noi lettori a cambiare.
Bella regà, ci si vede tra altri 15 anni, tanto per avere delle certezze ogni tanto.


p.s.Un saluto alla postina che tutte le mattine mi regala un sorriso. - Ma che è la posta del cuore? -...ogni giorno arrivo in ufficio e immancabilmente mi citofona, con una grazia che solo Giuliano Ferrara. Driiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin, tanto lo so che è lei ma ugualmente chiedo: Chi è? "Pooooosta grazzzzieeeeeeeè".
Mbè? -ao a me fa ride.

venerdì 23 aprile 2010

Ma allora la Basilicata esiste!


Se come me avete sempre dubitato dell'esistenza di questa regione (per ignoranza, mica per altro) questo film appagherà la vostra sete di sapere. La Basilicata è viva e lotta insieme a noi.
Splendidi scorci fanno da cornice a questo divertente film on the road diretto da Rocco Papaleo, per la prima volta anche regista.
"Le pale eoliche" gruppo musicale dal nome improbabile, partono da Maratea alla volta di Scanzano Ionico per un concerto e lo fanno a piedi, attraversando la Basilicata dal Tirreno allo Ionio con al seguito solo un carretto, un cavallo e la loro musica.
Un viaggio reale e metaforico per ritrovare se stessi, tra una canzone e un bicchiere di vino, sotto lo sguardo scettico di una svogliata giornalista che suo malgrado si ritroverà al seguito di questa strana carovana.
Basilicata coast to coast.

venerdì 16 aprile 2010

NonsoloBea


Smalti Chanel: costano un occhio ma sono così chic! Questi i colori per l'estate 2010.
1 flaconcino= 1 mese di bolletta della luce...brutta cosa avere una coscienza.

Raimondo Vianello: se n'è andato pure lui.Che tristezza!

Tattoo Chanel: Vi ricordate i tatuaggi che si trovavano dentro i pacchetti delle patatine? Ecco, il principio è lo stesso solo che non puzzano di fritto. Si applicano con un batuffolo umido e pare durino circa una settimana.
Uno sfizio.

Ottimo ristorante: tanti complimenti al mio amico Fabrizio, che finalmente ha scoperto la sua missione: farmi mangiare! Quando il nome è tutto un programma, Ottimo ristorante, Piazza Cola di Rienzo, 75 Roma.

Edward Hopper:  Fino al 13 giugno presso la fondazione Roma, via del Corso 320. Non mi ha entusiasmato se proprio dovessi dire.

Marc Jacobs: Finalmente ha aperto a Milano in Piazza del Carmine, 6. Partire per partire, forse preferisco andare a Parigi.

Derby: sapere di essere riuscita ad avere i biglietti, dopo aver accettato di lavorare non ha prezzo. Per tutto il resto c'è Mastercard.

Mare: Tanto per cambiare uno scorcio di Minorca.

Amiche: vi voglio bene!

sabato 10 aprile 2010

La spesa

Se prima accompagnavo mia mamma all'ipermercato adesso che vivo da sola, vado al Mercato. Quello con la "M" maiuscola e i banchi di frutta e verdura. Quello con le signore che ti capano le puntarelle e i carciofi. Quello con le uova così fresche che hanno la cacca appiccicata e pure qualche piuma. Quello che ti chiamano "a bella, chettedò?" Quello che ci sta il banco tutto di spezie, quello che ci sono le signore che fanno la pasta fresca, quello che il fruttarolo mi da un bacio e mi regala carote e limoni per Pasqua.

Il supermercato ormai è l' offerta sul detersivo, gli yogurt del mese, i dentifrici al ribasso e ad essere sinceri la salvata quando non hai nulla nel frigo ed esci dall'ufficio alle sette e mezza di sera.
Se prima odiavo tutti quei fogli che infestavano la cassetta della posta con offerte del mese di tutti i supermercati, adesso tengo un'agenda dettagliata con tutte le voci manco fosse la borsa di tokyo.
Posso stilare una classifica di tutte le carte igieniche a seconda del prezzo, della durata e della morbidezza.

Ma ci sono ancora un paio di cose che mi fregano: una di loro è il pesce.
A parte il fatto di saper riconoscere se è fresco dalla branchia insanguinata e l'occhio vispo, sono già due volte che toppo. La prima volta che mi avvicinai timidamente al banco del pesce, mi disse evidentemente culo perchè senza dire nulla mi diedero esattamente quello che volevo io. Da qui l'idea che bastava dire: "scusi, mi da due spigole?" E invece no...la volta dopo prendo le mie belle orate arrivo a casa e scopro che sono da pulire, nel senso che hanno ancora tutti gli organi al loro posto.
Mi dicono che va richiesto.
La volta dopo ancora, mi faccio furba e gli dico: "un rombo per due, me lo pulisce per favore? (sorriso)"
E il tizio a parte prendere un rombo che somiglia ad una manta per quanto è grande, mi fa: "ok, adesso glielo sfiletto". Pensando che fosse il termine tecnico per dire "ok, adesso glielo sbudello" vado tranquilla e fiduciosa con lo sguardo verso altri pesci strani, gamberetti, polipi e quando torno alla mia manta vedo che somiglia pericolosamente ad un filetto findus.
Il pesce sta ai filetti come il pollo sta al petto di pollo...che amarezza.

Un'altra cosa che non riesco a capire è se il cocomero è buono. Dicono che devi bussarlo (sempre che il verbo sia transitivo) e poi? Giuro che non l'ho mai capito, per me suonano tutti allo stesso modo e infatti ci prendo le sole. L'unica è comprare quelli già tagliati a metà e chiedere se te lo fanno assaggiare, ma non tutti sono così gentili d'animo.
L'ananas e il melone non si bussano, ma secondo me sono un mistero come sopra.

Scusate ma mi scappa la massima delle cinque e tre quarti: "Bisogna fidarsi del fruttarolo questo è il segreto".

Ps.Vi prego, ditemi che non sono l'unica a mandare gli sms al 47947!